
VORTICISMO
In Inghilterra, nel 1913, prende vita un movimento culturale che si
definisce Vorticismo e che appunto nella raffigurazione di forme a vortice vuol
esprimere il concetto di energia e di forza inserendo nella pittura movimento e
dinamismo. E' una corrente stilistica che avrà breve durata (1913-1915) ma che
riveste una certa importanza per essere la prima espressione di un astrattismo
inglese che si sviluppa parallelamente alle prime manifestazioni non figurative
in tutta Europa, sotto la spinta delle opere rivoluzionarie di
Francis Picabia e
soprattutto Vasilij Kandinskij.
Il termine Vorticismo è stato coniato da Ezra Pound, assieme a Wyndham Lewis
fondatore della rivista "Blast : a review of the Great English Vortex"
desumendolo da un'affermazione di
Umberto Boccioni, che definiva l'arte come
risultato finale di un vortice di emozioni: in realtà esso ha molti punti di
contatto con con la poetica
Futurista, oltre che con quella
cubista, entrambe
interessate alla possibilità di inserire nella bidimensione della tela l'effetto
dinamico l'una del movimento nello spazio, l'altra del movimento indotto dal
trascorrere del tempo. Non vi sono dubbi, infatti, sulle aspirazioni
dinamico-plastiche del Vorticismo, i cui germi sono facilmente rintracciabili
nelle operazioni analitico-compositive del
Cubismo, nell'astrattismo
spiritualistico di
Der Blaue Reiter, nelle istanze moderniste del
Futurismo,
configurando questa corrente come la risposta inglese alle tendenze artistiche
del continente, dove tutti i fenomeni culturali avanguardisti presentano sempre
una maggior omogeneità per le maggiori possibilità di osmosi.
Uno dei massimi rappresentanti del Vorticismo fu l'artista-letterato-poeta
Wyndham Lewis, autore del manifesto del movimento, mentre nel campo delle
arti figurative si può dire che il più significativo rappresentante
dell'avanguardia londinese fu
David Bomberg, pittore e scultore di origine
polacca, che sviluppò la sua poetica astratta dopo una personale esperienza
bellica che lo segnò profondamente.
Il linguaggio di
Bomberg è tipicamente
vorticista, spigoloso e duro, con giochi di linee geometriche che generano
immagini vorticose impetuosamente dinamiche molto prossime all'astrazione
totale, inizialmente fortemente influenzato dal
cubismo, poi progressivamente
liberato dalla figuratività imitativa e dalla verosimiglianza cromatica per
giungere ad una personale interpretazione del
Futurismo, dominata da ritmi
obliqui e colori contrastanti anche al di fuori degli stilemi propri di questa
corrente.
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