LIBERTY
Con il nome di Liberty si intende un vasto movimento artistico che, tra
fine Ottocento ed inizi Novecento, interessò soprattutto l’architettura e le
arti applicate.
Il fenomeno prese nomi diversi a seconda delle nazioni in cui sorse.
In Francia prese il nome di "Art Noveau" in Germania il nome di "Jugendstil", in
Austria fu denominato "Secessione", in Spagna "Modernismo in Gran Bretagna "modern
style".
In Italia ebbe inizialmente il nome di "Floreale" per assumere poi il più noto
nome di "Liberty" dal negozio di un commerciante in oggetti orientali a Londra,
"Arthur Lasenby Liberty".
Il Liberty nacque dal rifiuto degli stili storici del passato che
nell’architettura di quegli anni fornivano gli elementi di morfologia
progettuale.
Il Liberty cercò invece ispirazione nella natura e nelle forme vegetali, creando
uno stile nuovo, totalmente originale rispetto a quelli allora in voga.
Caratteri distintivi del Liberty divennero l’accentuato linearismo e l’eleganza
decorativa.
Nato inizialmente in Belgio, grazie all’architetto Victor Horta, il Liberty si
diffuse presto in tutta Europa divenendo in breve lo stile della nuova borghesia
in ascesa.
Esso si fondò sul concetto di coerenza stilistica e progettuale tra forma e
funzione.
Adottando le nuove tecniche di produzione industriale, ed i nuovi materiali
quali il ferro, il vetro e il cemento, di fatto il Liberty giunse per la prima
volta alla definizione di una nuova progettualità: quella progettualità che
definiamo industrial design.
I centri più importanti dello "Stile del '900" furono Torino, Palermo, Firenze,
Lucca, Viareggio, Milano, Roma, Emilia Romagna.
Nella nostra penisola il Liberty si sviluppa in un paese sostanzialmente pigro e
che sembra aver dimenticato le recenti spinte ideologiche e popolari del
risorgimento, in una nazione convinta di aver superato tutti i suoi problemi per
il solo fatto di essere stata finalmente unita.
In questo clima di stasi, tuttavia, va generandosi nel campo artistico, una
"minoranza modernista" desiderosa di affacciarsi sul resto d'Europa e che vuole
opporsi concretamente alla trita e ritrita mescolanza di stili storici dell'arte
"ufficiale".
Questa corrente modernista si muove verso una direzione stilistica, che sfocerà
nell'Art Noveau secondo i criteri già affermatisi nelle altre nazioni europee,
e verso una direzione tecnica originata dalle nuove scoperte industriali e da
nuove tecniche strutturali, soprattutto nel campo architettonico.
Il movimento si affermò definitivamente nel
nostro paese dopo l'Esposizione di Torino nel 1902. I promotori del nuovo stile,
tutti appartenenti al circolo degli artisti di Torino,
furono lo scultore Leonardo Bistolfi, Raimondo D'Aronco architetto e lo
scrittore Enrico Thovez.
Per la prima volta, dopo lo stile impero, una corrente artistica mostrava delle
qualità creative ed innovative spurie del precedente linguaggio impregnato di
provincialismo.
Nel settore dell'arredamento di interni si distinse il milanese Carlo Bugatti
,le cui creazioni si rifacevano alla cultura dei Mori.Eugenio Quarti, Carlo Zen
e non ultimo l'architetto Ernesto Basile.
Tra gli architetti sono da ricordare:
Ernesto Basile operante a Palermo e Roma;
Raimondo D'Aronco con i suoi lavori a Torino e Udine;
Pietro Fenoglio a Torino e Piemonte dove operarono anche Antonio Vandone,
Alfredo Premoli, Giovanni Gribodo,
Annibale Rigotti, Pietro Betta, Vittorio Ballatore di Rosana, Gottardo Gussoni,
Velati-Bellini; Giuseppe Sommaruga a Milano come anche Alfredo Campanini, G.B.
Bossi, Luigi Broggi.
Giovanni Michelazzi a Firenze ed nella Toscana balneare, così come l'architetto
Belluomini.
Il percorso del movimento artistico nel periodo liberty, si pone lo scopo di
sfatare un luogo comune, nato anche dal clima di diffusa lamentela degli
intellettuali italiani, secondo il quale il Liberty avesse tardato molto nella
sua diffusione in Italia.
Seppure in parte vera, questa tesi non rende ragione dell'apporto innovativo e
profondo di alcune personalità artistiche italiane, che pure parteciparono al
dibattito estetico europeo.
Il fenomeno estetico culturale della così detta Arte Nuova, è chiamato anche
"floreale" per il gusto di forme biologiche, naturali e fitomorfe.
Queste sfere della natura vengono concepite come un unico ed armonioso universo
dal quale trarre ispirazione artistica.
Germinano nella pittura, nella scultura, nelle arti applicate e in ogni oggetto
della vita quotidiana: motivi floreali, delicate nervature boschive, ambienti
vegetali, viticci, modanature.
Contemporaneamente, in un clima di primaverile fioritura, l'arte si popola delle
creature animali più piccole e indifese, di insetti e piccoli molluschi
acquatici, insoliti e schivi.
Le forme con cui vengono raffigurati questi soggetti sono sempre linee curve,
forme flessuose provenienti dal movimento
preraffaellita ottocentesco.
Al rinnovo del gusto e della forma partecipa in modo decisivo il movimento
filosofico positivista, che con la sua fiducia nella ragione, da avvio a nuovi
studi scientifici e naturalistici con i quali l'uomo domina, o crede di
dominare, la natura. In questa compagine culturale, che sembra avere una matrice
del tutto europea, si inseriscono autori italiani appartenenti al movimento del
Divisionismo.
Il Divisionismo, di derivazione del
Simbolismo è una tendenza artistica
sviluppatasi in Italia tra il 1885 e il 1915. I pittori divisionisti adottarono
un procedimento molto simile a quello del
neoimpressionismo francese.
Scomponevano il colore con una separazione metodica delle tinte complementari.
Ciò che li differenziava dai neoimpressionisti è che, invece di adottare il
punto come elemento di base, utilizzavano un tratto molto più lungo e
filamentoso.
Ne derivavano delle immagini dalla illuminazione molto diffusa e
antinaturalistica, dove le forme perdono peso e consistenza per fondersi in
un’unica indistinta ondulazione luminosa.
Gaetano Previati e Giovanni Segantini, già nel penultimo decennio
dell'ottocento, dimostrano l'elaborazione del gusto estetico nuovo.
Con gli anni novanta il gusto Liberty si diffonde presso gli artisti italiani
come Boldini, Casorati, Vittorio Zecchin.
Galileo Chini pubblica illustrazioni in puro stile Arte Nuova e con lui molti
altri artisti di matrice simbolista, i
divisionisti toscani e liguri come Plinio Nomellini, Giorgio Kierniek, Benvenuto Benvenuti, Giuseppe Cominetti ai quali
fanno presto seguito esponenti del futurismo quali
Boccioni e
Balla.
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